Il Kintsugi, che significa letteralmente “riparare con l’oro”, è un’antica arte giapponese di riparazione degli oggetti di ceramica che hanno subito una rottura.
Quando una ciotola, una teiera o un vaso si rompono, i maestri artigiani ne raccolgono i frammenti e li saldano, riempiendo le crepe con polvere d’oro. E così, l’oggetto sottoposto al restauro risulta impreziosito e irripetibile, assumendo un carattere di unicità per via della casualità con cui la ceramica si frantuma e delle irregolari decorazioni d’oro, divenendo così una vera e propria opera d’arte.
E quelle fratture che in precedenza erano punti fragili, non vengono nascoste ma, al contrario, vengono esaltate e impreziosite, poiché i maestri artigiani considerano che il vaso riparato riesca a mostrare tanto la fragilità quanto la forza di resistere.
In questo la cultura orientale differisce molto da quella occidentale dove invece siamo abituati a gettare via gli oggetti quando si rompono, a rincorrere il nuovo e rimpiazzare subito il vecchio, oppure cerchiamo di ripararli con colle trasparenti per non lasciare tracce visibili del danno.
Per gli occidentali la rottura, le difficoltà e le cicatrici spesso hanno un significato negativo, legato al dolore, alla vergogna, al senso di colpa e al fallimento.
Facciamo fatica a considerare che i momenti di crisi e di dolore possano costituire nuove risorse, offrire opportunità di cambiamento o addirittura impreziosire e arricchire la nostra vita.
Quante volte avrai sentito dire: “Se il vaso è rotto, è rotto! Impossibile saldare i pezzi e tornare come prima.”
Per i sapienti artigiani giapponesi invece il vaso rotto è ancora quello di prima anche se non è più quello di prima. Ha cambiato la sua immagine, esternamente è un altro vaso, ma è costruito sui resti del vaso originario, ed è stato proprio quel trauma che ha provocato la rottura l’occasione per una nuova creazione in cui non viene solo restituita integrità e funzionalità all’oggetto, ma allo stesso tempo esso si impreziosisce dato che le rovinose spaccature sono state riempite con l’oro e le sue cicatrici sono divenute poesie.
Quest’arte giapponese ci aiuta a riflettere su come considerare le ferite che portiamo addosso e come imparare a far fronte in maniera positiva a certe rotture e valorizzarle anziché vergognarcene e disprezzarci.
Ispirandoci alla metafora del Kintsugi, abbiamo creato la traccia ipnotica La tua opera d’arte finalizzata trasformare le ferite emotive, le fragilità e le debolezze in punti di forza che valorizzano ed esaltano la propria unicità ed originalità e accrescere così l’autostima.
La puoi trovare nell’app myipnosi alla sezione Migliora l’autostima.