La mentalità di successo di Steve Jobs
Steve Jobs è un uomo diventato simbolo e fonte di ispirazione per generazioni intere; un visionario che ha creduto fermamente alle sue visioni a tal punto da rivoluzionare la tecnologia e la nostra epoca.
Il discorso pronunciato il 12 giugno del 2005 agli studenti di Stanford è ormai celebre. Steve Jobs racconta la sua storia. La sua madre biologica era una giovane studentessa universitaria e quando rimase incinta decise di darlo in adozione. Voleva a tutti i costi che fosse adottato da una coppia di persone laureate, e quando scoprì che i genitori adottivi a cui era stato assegnato non lo erano, si rifiutò di firmare le ultime carte relative all’adozione. Ci ripensò qualche mese dopo, quando loro promisero che un giorno lo avrebbero mandato al college. A 17 anni si iscrisse alla prestigiosa università di Stanford che lasciò dopo appena un semestre, perché non riusciva a vederne l’utilità.
Ma il senso delle cose, anche di ciò che puoi reputare un fallimento e quindi fonte di delusione e dolore, lo puoi comprendere solo a posteriori. Infatti – come dice Steve Jobs – «non è possibile “unire i puntini” guardando avanti; si possono unire solo a posteriori, guardando indietro. Pertanto bisogna aver sempre fiducia che i puntini in qualche modo, nel vostro futuro, si uniranno. Dovete credere in qualcosa: il vostro ombelico, destino, vita, karma, qualsiasi cosa. Questo approccio non mi ha mai abbandonato e ha sempre fatto la differenza nella mia vita».
Solo 10 anni dopo Steve Jobs ha potuto capire che quella breve esperienza universitaria, apparentemente inutile, in realtà ha avuto un valore inestimabile nella creazione della capacità di tipografia adottata da tutti i personal computer, grazie al corso di calligrafia che aveva frequentato e interessato durante i sei mesi all’università.
Anche l’essere stato licenziato quando aveva appena compiuto 30 anni dalla Apple, l’azienda che aveva fondato e portato al successo insieme a Steve Wozniak, è stato un evento che, con il senno di poi, dopo un periodo in cui si era sentito distrutto e fallito a tal punto da voler abbandonare la Silicon Valley, Steve Jobs definisce «la cosa migliore che mi potesse accadere. La pesantezza di avere successo era stata sostituita dalla leggerezza di essere ancora un esordiente, molto meno sicuro su ogni cosa. Ciò mi permise di entrare in uno dei periodi più creativi della mia vita».
Poi Steve Jobs parla del non accontentarsi e del tener sempre in mente il fatto che non siamo immortali, che la vita è unica e che ogni giorno potrebbe essere l’ultimo. Ogni mattina si guardava allo specchio chiedendosi: “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, avrei voglia di fare quello che sono in procinto di fare oggi?”. E ogni volta che la risposta era stata “no” per troppi giorni di seguito, sapeva che doveva cambiare qualcosa.
«Ricordarci che stiamo morendo è il modo migliore che io conosca per evitare la trappola di pensare che abbiamo sempre qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c’è ragione per non seguire il vostro cuore».
La consapevolezza della caducità della vita è stata accentuata nel 2003, il giorno che gli venne diagnosticato un tumore al pancreas: trovarsi così vicino alla concretezza della morte, gli ha fatto capire che «la morte è con tutta probabilità la più grande invenzione della vita. È l’agente di cambiamento della vita. Spazza via il vecchio per fare posto al nuovo».
Il tempo è limitato, perciò non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e il vostro intuizione. Tutto il resto è secondario.
«Siate affamati, siate folli» è l’augurio finale con cui conclude il discorso.
Interiorizza la mentalità di successo di Steve Jobs con l’ipnosi
Il lascito di Steve Jobs va ben oltre a questo discorso. Sebbene avesse un caratteraccio che lo rendeva impaziente, irascibile, esasperante e duro con le persone che gli stavano intorno, era capace di ispirare i suoi collaboratori come nessuno, di motivarli e spingerli ad andare al di là dei propri limiti e ottenere l’impossibile da loro. Evocava energie e capacità che gli stessi collaboratori non sapevano di avere. Li chiamava a fare l’impossibile, e loro lo facevano.
La sua mentalità lo portava a distorcere la realtà a tal punto da crearla. E non a caso ripeteva che «solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di cambiare il mondo lo cambiano davvero».
Insomma, Steve Jobs ha tanto da insegnarci, e per questo abbiamo creato la traccia ipnotica Sii affamato, sii folle. Si tratta di un’ipnosi finalizzata a interiorizzare la sua mentalità potenziante e visionaria per stimolare, incrementare e incentivare la capacità di formulare e perseguire gli obiettivi, la propria personale mentalità di successo, le proprie abilità e potenzialità e ottenere il meglio in ogni campo della vita.
In ipnosi la mente è molto aperta e ricettiva alle suggestioni e in grado di apportare cambiamenti profondi ai nostri schemi emotivi, comportamentali e di pensiero: per questo ascoltare in tale stato gli insegnamenti di Steve Jobs, ti può permettere di assimilarli ad un livello profondo e sviluppare l’atteggiamento vincente per perseguire i tuoi obiettivi e ottenere il massimo.
Puoi trovare la traccia Sii affamato, sii folle alla sezione Realizza gli obiettivi dell’app myipnosi.
Buona esperienza ipnotica!