Quando si sente la parola ipnosi, spesso ci si immagina la figura misteriosa dell’ipnotizzatore, resa popolare dai film, dai fumetti e dalla televisione, che fa oscillare un orologio da tasca avanti e indietro, guidando il soggetto in uno stato di dormiveglia, tipo zombie, spingendolo ad eseguire le sue richieste diaboliche. Questa rappresentazione popolare dell’ipnosi da palcoscenico ha poco a che fare con l’ipnosi reale.
Innanzitutto l’ipnosi è uno stato di coscienza, un modo di essere dell’organismo, fisiologico e naturale, esattamente com’è naturale lo stato di veglia o di sonno.
Questa condizione normale può essere sia spontanea che indotta.
In modo spontaneo si attiva periodicamente durante le consuete attività quotidiane, ogni novanta minuti circa. Qualche esempio di questi piccoli momenti di naturale trance ipnotica durante la giornata possono essere quando ci incantiamo davanti a un bel panorama, oppure quando siamo totalmente assorti a guardare un film o a leggere un libro, oppure quando guidiamo sovrappensiero e all’improvviso realizziamo che, senza accorgerci del percorso fatto, siamo arrivati a casa. In tutti questi casi la persona è così concentrata su qualcosa da non badare a nient’altro. L’ipnosi è quindi uno stato in cui l’attenzione del soggetto è estremamente focalizzata.
Quando invece è un ipnotista a indurre lo stato ipnotico si parla di ipnosi indotta. Nel campo clinico viene utilizzata per aggirare le difese razionali, attingere a risorse inconsce e andare a modificare significativamente percezioni, emozioni, vissuti e comportamenti che, nello stato di veglia, risulterebbero molto più problematici da modificare. Nel campo lavorativo e dello sport l’ipnosi viene utilizzata con successo per gestire lo stress e migliorare le performance atletiche e mentali.
Molte persone possono anche imparare a entrare da soli e volutamente in uno stato ipnotico, in tal caso si parla di autoipnosi.