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# 018 | Mindsight, il settimo senso

# 018 | Mindsight, il settimo senso 1Nella maggior parte dei casi è il dolore la molla che spinge le persone a rivolgersi a uno psicoterapeuta. Indipendentemente dal tipo di disturbo (depressivo, d’ansia, psicosomatico, dipendente o altro) la richiesta è sempre più o meno la stessa: “dottore, mi aiuti a sconfiggere il problema, non ne posso più di stare male!”.

Di solito rispondo che sì, l’aiuterò, ma sarà un lavoro di squadra e la parte più impegnativa spetterà a lei. Poi aggiungo: “Arriverà un momento che lei ringrazierà il suo disturbo, saremo alla fine del percorso, si sentirà più forte e arricchita”.

La reazione di solito è perplessa e meravigliata. “Dottore, com’è possibile ringraziare questo sintomo che voglio estirpare e mi sta arrecando tanta sofferenza?”

“Vero, in questo momento sembra impossibile. Ma è ciò che avviene perché, grazie al suo disturbo, e al percorso che faremo, imparerà a conoscersi meglio. Sarà un viaggio bellissimo, un’avventura, dove avrà modo di crescere e sviluppare risorse che nemmeno si sognava di avere”.

Ora, un clinico può pensare che è un modo per seminare una suggestione ipnotica, e può esserlo, ma in realtà è ciò che davvero succede.

La psicoterapia infatti non è semplicemente un percorso che ci porta a superare i nostri disturbi, ma è un percorso che ci porta a sviluppare e potenziare il nostro settimo senso.

# 018 | Mindsight, il settimo senso 3Come suggerisce Daniel J. Siegel, mentre i nostri primi cinque sensi (vista, udito, olfatto, gusto, tatto) ci permettono di percepire il mondo esterno e il sesto senso (l’introcezione) di percepire i nostri stati corporei interni, il settimo senso, che chiama mindsight, rappresenta la capacità di guardarci dentro e percepire la mente, di riflettere sulle nostre esperienze, una sorta di attenzione focalizzata che ci permette di osservare come funzioniamo internamente e di percepire il mondo con una chiarezza nuova e mai sperimentata prima.

La mindsight è una capacità che può essere appresa e coltivata e, dalle ultime ricerche delle neuroscienze, provoca un cambiamento a livello cerebrale  creando un’integrazione armonica tra le varie parti del cervello distinte e spesso scollegate.

Un timore diffuso di chi inizia un percorso psicoterapeutico è che se riflettiamo sulle nostra mente apriamo un vaso di Pandora che libera tutti i problemi dell’umanità. Ma così non è.  Se, come scrive Siegel, “guardiamo alle nostre menti con curiosità e rispetto, piuttosto che con paura ed evitamento, una grande trasformazione ha inizio. Invitare i nostri pensieri e sentimenti alla consapevolezza ci permette di apprendere da essi piuttosto che essere guidati. Possiamo acquietarli senza necessariamente ignorarli; possiamo prestare ascolto alla loro saggezza senza lasciarci terrorizzare dalle loro urla”.

Al cuore della mindsight c’è il potere della riflessione che si basa su tre componenti:

  • apertura ossia l’essere recettivi verso qualsiasi cosa giunga alla nostra consapevolezza; ciò ci permette di percepire le cose con chiarezza e liberare la mente da giudizi restrittivi;
  • osservazione ossia l’abilità di percepire noi stessi come se stessimo facendo esperienza di un evento; ciò ci permette di svincolarci dai comportamenti automatici e abituali e trovare modi di modificarli;
  • obiettività ossia l’abilità di avere un pensiero e provare un sentimento senza esserne travolti; in altre parole di prendere la giusta distanza ed essere consapevoli della nostra reazione per liberarci dalla prigione delle risposte automatiche.

Utilizzare la mindsight è come mettere a fuoco la lente di una macchina fotografica, ci permette di vedere con maggiore profondità e precisione chi siamo e ottenere i cambiamenti desiderati. 

Insomma, allenare il nostro settimo senso rappresenta l’essenza della psicoterapia: un bellissimo viaggio avventuroso alla scoperta di sé verso il nostro benessere.

 

👉 Esercizi e suggerimenti

Durata: 15 minuti.

Frequenza: quando capita.

Obiettivo: allenare la capacità di auto-osservazione.

Azione: quando ti trovi di fronte a uno stato d’animo spiacevole prenditi almeno 15 minuti per allenare la capacità di osservare quello che ti succede “dentro” con obiettività e apertura mentale. Accogli ogni pensiero, emozione, sensazione che provi come se fossi uno scienziato che osserva un evento con curiosità, senza giudizio e timore. Immagina di osservarlo dall’esterno, comprenderne il significato profondo, come funziona il meccanismo e assumere la giusta distanza per non esserne travolto. Cerca infine un modo nuovo di reagire, migliore, più adeguato, in grado di eliminare il problema o affrontarlo con più saggezza.

Esempio: negli ultimi tempi ti svegli di soprassalto nel mezzo della notte, agitato e con un’ansia che non ti abbandona fino al mattino. Questi risvegli ti creano spossatezza e incidono sulla tua prestazione lavorativa. Non riesci a comprendere perché, in fondo va tutto bene nella tua vita. Una parte di te vorrebbe sbarazzarsi di questa emozione spiacevole quanto prima, ed è tentata di farsi prescrivere dei sonniferi.
Decidi invece di utilizzare il tuo settimo senso, la mindsight. Nel momento del risveglio notturno non fai nulla per scacciare la tachicardia e l’ansia che l’accompagna. Elimini il pensiero che tutto va bene e ti focalizzi sulla sensazione spiacevole: cerchi di conoscerla e l’accogli (apertura). Ascolti il tuo cuore, il ritmo del tuo respiro, la sudorazione e tutte le  manifestazioni corporee; le lasci fluire e fai attenzione a tutti i pensieri che la tua mente formula associati a ciò che provi (osservazione). Prendi il tempo di stare in questa sensazione e ascoltarla come se una parte profonda di te volesse comunicarti qualcosa di importante. A un certo punto scopri qual è il pensiero che ti terrorizza: qualche giorno fa un tuo collega ha parlato di ristrutturazione aziendale imminente; per quanto razionalmente sei convinto che il tuo posto di lavoro non verrà toccato, a livello più profondo hai paura di essere licenziato. Prendi distanza dalla paura e lasci che la tua mente si sposti verso una soluzione (obiettività): cosa puoi fare per assicurarti di non perdere il lavoro e, nell’eventualità accadesse, come puoi crearti fin da ora opportunità lavorative alternative?

Non meravigliarti se a questo punto del processo la tua ansia si è dileguata.

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