“Ecco come si generano le onde per fare surf. In mare aperto, una tempesta sconquassa la superficie dell’acqua, creando una maretta, un’increspatura di onde confuse e poco potenti che a mano a mano si addensano, si fanno più grandi e, incalzate dalla forza del vento, danno vita al mare grosso. A riva, su una costa lontana noi riceviamo l’energia che si sprigiona da quella tempesta, irradiandosi attraverso acque più calme sotto forma di un treno d’onda – ovvero gruppi di onde, via via più regolari, che viaggiano assieme… Tutti i treni d’onda prodotti da una mareggiata formano quello che i surfisti chiamano swell, anche detto mare lungo o «di scaduta». Uno swell può viaggiare per centinaia di chilometri: più intensa è la tempesta, più lontano arriva lo swell”.
(William Finnegan, Giorni selvaggi, 66thand2nd, 2016. N.d.A.: Consigliato a tutti gli amanti del surf!)
È sorprendente pensare che quelle grandi onde che si infrangono regolari in una meravigliosa giornata di sole nascano a centinaia e, a volte, migliaia di chilometri di distanza da una tempesta. Tu sei lì sulla spiaggia (o se sei un surfista, ancora meglio, sulla tavola che le cavalchi) e le ammiri in tutta la loro bellezza e maestosità, e ti sembra quasi impossibile che abbiano viaggiato tanto a lungo e soprattutto che siano il frutto di qualcosa di terribile come una burrasca. Eppure è così.
E allo stesso modo può avvenire il cambiamento personale. Una lontana tempesta emotiva che ci ha sconquassato interiormente, che ha messo a dura prova il nostro equilibrio, che ci ha fatto temere di non uscirne vivi, dopo tempo, produce delle meravigliose onde energetiche, regolari, potenti che si rifrangono maestose sotto il cielo azzurro del nostro presente.
Questa è una delle modalità in cui può avvenire il cambiamento personale. Ma ce ne sono altre. Conoscerle ci permette di avere un maggior controllo su come cambiare, di trovare la pazienza per raccogliere i frutti del nostro “lavoro”, di innescare la modalità migliore in funzione del tipo di problema e dei passi che facciamo per risolverlo.
Riporto sotto un elenco di modalità del cambiamento personale (probabilmente non ne esauriscono la gamma, se nei hai altre da suggerire sono le benvenute):
- Onda. Come descritto sopra, un forte turbamento emotivo, se ben elaborato, nel medio o lungo termine provoca un cambiamento positivo. Può essere la situazione della fine di una storia d’amore che ci “sconquassa” e ci lascia apparentemente a terra ma che, dalle ceneri, ci permette di “ricostruirci” più forti di prima. Se siamo riusciti a superare una bufera, quest’esperienza ci darà la sicurezza interiore di poterla superare nuovamente, casomai succedesse di nuovo.
- Effetto Farfalla. Si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo. Questo significa che a volte il cambiamento è prodotto da un unico piccolo gesto che produce gli effetti dopo tempo, magari in un altro ambito della nostra vita. Può essere il caso di chi, per vincere la timidezza, ha deciso di sorridere alle persone in fila alla cassa o in ascensore piuttosto che rimanere serio e tenere lo sguardo basso; e che dopo tempo scopre che quel sorriso è diventato così spontaneo e naturale da affascinare e permettere di conoscere la sua attuale partner.
- Piuma. È sufficiente una piuma per far crollare un ponte. Il cambiamento in questo caso avviene in quel lavoro certosino di caricare il ponte fino al punto critico della massa che riesce a reggere; raggiunto questo punto, basta un niente per provocare il cambiamento. È la classica situazione della coppia in crisi da tempo che si separa a causa di un (apparente) banale motivo, tipo un litigio per il programma televisivo da guardare. In terapia, per esempio, succede che per un lungo periodo sembra che tutto rimanga statico, poi all’improvviso, una singola seduta fa crollare il ponte e da lì in poi avviene il cambiamento auspicato.
- Bomba. A volte il cambiamento è esplosivo. È la situazione in cui un evento, spesso drammatico, ci coglie impreparati: un incidente, un lutto improvviso, la perdita del lavoro, un attacco di panico ad esempio. In questo caso l’evento ci destabilizza e provoca un cambiamento profondo nella nostra personalità che necessita di un nuovo equilibrio.
- Lineare. Molti cambiamenti seguono una linea retta. Le azioni quotidiane producono un effetto che cresce nel tempo. È la situazione, ad esempio, in cui vogliamo dimagrire e seguendo con regolarità una dieta e svolgendo attività fisica, ci accorgiamo di perdere peso in modo lineare fino al raggiungimento del nostro obiettivo.
- A gambero. A volte il percorso di cambiamento segue un andamento 3 passi avanti e 2 indietro. In queste situazione, il rischio è che la persona ritenga, ogni volta che fa due passi indietro, di essere al punto di partenza, il che può portarla a scoraggiarsi e abbandonare l’impegno a cambiare. In realtà così non è, e se tracciamo la linea media del cambiamento, ci accorgiamo che risulterebbe lineare.
- Valanga. Se prendiamo una palla di neve e la facciamo rotolare dalla cima della montagna, questa cresce esponenzialmente lungo la discesa fino a provocare una valanga. Spesso il cambiamento personale avviene in questo modo. Iniziamo a cambiare una piccola cosa che produce un effetto positivo che a sua volta ci fa crescere la fiducia in noi stessi, il che ci spinge a produrre cambiamenti ancora più ampi con effetti sempre più positivi che alimentano ancora di più la fiducia e via così, innescando il circolo virtuoso del miglioramento.
- Domino. A volte il cambiamento è una reazione a catena: buttiamo giù il primo tassello del domino che fa cadere automaticamente il secondo e via di seguito. Può essere la situazione della persona totalmente insoddisfatta del proprio lavoro che trova il coraggio di licenziarsi: da quel momento tutto comincia a cambiare. Si sente più forte interiormente, decide di seguire le propria passione, inizia a guardarsi attorno, trova un altro lavoro appagante, nella nuova azienda trova la sua anima gemella e via di seguito.
Insomma, il cambiamento può avvenire e palesarsi in tempi e modi diversi; saperlo ci permette di mantenere un atteggiamento fiducioso anche quando non vediamo (ancora) i risultati che vogliamo ottenere.
Chissà quante volte abbiamo rinunciato ad un solo metro dalla meta, semplicemente perché avevamo un’idea erronea del cambiamento.
👉 Esercizi e suggerimenti
Durata: 10 minuti.
Frequenza: ogni volta che vuoi cambiare qualcosa.
Obiettivo: scegliere la modalità di cambiamento migliore per risolvere il problema.
Azione: analizza il problema che vuoi affrontare e studia la modalità di cambiamento migliore o che puoi aspettarti per risolverlo. Immagina il percorso e i tempi per raggiungerlo, cerca di essere realistico, e individua quali micro cambiamenti possono indicarti di essere sulla strada giusta.
Se ad esempio voglio smettere di fumare posso scegliere tra le seguenti modalità:
- Onda. Smetto immediatamente! Affronto l’astinenza e tutto il malessere che ne deriva, consapevole che durerà per qualche tempo. Tengo duro, consapevole che i benefici li raccoglierò tra qualche settimana.
- Effetto Farfalla. Metto in cima alla scala delle mie priorità la salute e la cura del mio corpo. Lo scrivo sullo specchio del bagno, e sarà la prima cosa che leggo tutte le mattine. Con il tempo questa convinzione si radicherà in me e scoprirò di modificare i miei comportamenti insani, tra cui fumare.
- Piuma. Analizzo tutti gli elementi su cui si fonda il mio comportamento da fumatore: ad esempio per superare lo stress, per vincere la noia, per condividere con altri un momento sociale, per sentirmi più forte, ecc. ecc. Li scardino uno a uno, finché il fumare perde ogni pilastro su cui si poggia; a quel punto smettere avverrà naturalmente.
- Bomba. Il cambiamento è già avvenuto nell’attimo stesso che ho visto le lastre dei miei polmoni a seguito di una crisi respiratoria. La paura di ammalarmi mi attanaglia. Non fumerò mai più!
- Lineare. Tolgo una sigaretta al giorno o una alla settimana fino ad arrivare a 0.
- A gambero. Tolgo una sigaretta al giorno o una alla settimana ma sono conscio che avrò delle ricadute. Alla fine di ogni settimana calcolo la media delle sigarette fumate in modo da rendermi conto che, nonostante le ricadute, sto riducendo con regolarità.
- Valanga. Tolgo una sigaretta la prima settimana, due la seconda, quattro la terza, otto la quarta, sedici la quinta… fino a toglierle tutte. Per ogni obiettivo raggiunto introduco un nuovo comportamento salutare, ad esempio attività fisica, dieta sana ecc.
- Domino. So che devo togliere la prima sigaretta della giornata, quella dopo il caffè. Se tolgo quella, a catena non ne fumerò altre.