Vivere le emozioni
Quando lo incontrai, Pietro si era appena laureato con 110 e lode in Fisica alla Scuola Normale di Pisa.
Gli feci i complimenti, ma lui li liquidò con un gesto della mano: – È stata una passeggiata!
– Stai scherzando? – chiesi, consapevole di quanto la Normale di Pisa fosse un’università molto impegnativa e difficile.
– No, davvero. Non ho avuto alcuna difficoltà. Andavo a lezione e imparavo le cose senza fatica. All’inizio pensavo fosse naturale, ma poi mi accorgevo di quanto studiassero i miei compagni di corso e di quanto fosse difficile per loro, e allora ho capito che quello anormale ero io. Ma non è questo il punto.
– E qual è?
– Il punto è che tutto mi è indifferente. Non provo emozioni. Ho diverse opportunità di lavoro, anche da aziende prestigiose, ma una vale l’altra. Potrei andare a fare il cameriere e sarebbe la stessa cosa. È come se il mondo fosse privo di colori. Tutto è grigio. Non sto male, ma non sto neanche bene.
Emerse dal colloquio che Pietro era afflitto da alessitimia, un disturbo psicologico che lo rendeva incapace di percepire, riconoscere e descrivere verbalmente le proprie emozioni e quelle degli altri. Era come se la parte limbica del suo cervello (quella che gestisce le emozioni) fosse completamente isolata da quella emisferica cognitivo-razionale. Poteva essere anche il ragazzo più intelligente al mondo, ma l’assenza delle emozioni lo rendevano completamente perso, senza direzione, quasi fosse un automa.
Mi capita spesso in studio di sentire persone che vorrebbero non provare tutte quelle emozioni fonti di malessere. – Dottore, non sa quanto darei per non provare più dolore (paura, tristezza, depressione, senso di colpa, vergogna, ecc.). Vorrei non provare più nulla! – mi sento ripetere.
E allora mi viene in mente il mondo grigio e piatto di Pietro e glielo racconto.
– È disposto a rinunciare ai colori che solo le emozioni sono in grado di dare? – chiedo alla fine.
– Ma non si può scegliere solo quelle belle e positive?
– No, mi dispiace. Le emozioni se ne stanno tutte insieme. O apri la porta a tutte o a nessuna.
Le emozioni, spiego, non sono il problema. Quando viviamo quelle spiacevoli, ci concentriamo su di esse con l’obiettivo di scacciarle, di sradicarle o perlomeno di allontanarle dalla nostra attenzione. Niente di più sbagliato. Perché l’emozione è la spia chi si accende nel cruscotto della macchina. Non è il problema. È inutile angosciarsi su di essa, il problema è altrove. Dobbiamo capire cosa indica: se è la benzina dovremmo fermarci al distributore, se l’olio andare dritti dal meccanico, se il malfunzionamento di un fanale dall’elettrauto. Insomma sarebbe sciocco dare pugni sul cruscotto per far spegnere la spia, cosa che invece facciamo con le emozioni spiacevoli.
Così piuttosto che scacciarle o evitarle come la peste, possiamo scoprire cosa ci segnalano; in questo caso troveremo la causa e di conseguenza la soluzione migliore. E, a questo punto, come per magia, la spia emotiva si spegne.
Pietro, per sua “fortuna”, successivamente scoprì che la ragazza lo aveva tradito con il suo migliore amico. Il dramma di quel doppio tradimento stappò quel calderone emotivo che teneva congelato. La rabbia e la tristezza inizialmente furono devastanti, ma un po’ per volta imparò a e gestire le proprie emozioni e il suo mondo a diventare colorato.
Come il tuo.
Vivere le emozioni: esercizi e suggerimenti
Durata: 10 minuti.
Frequenza: al bisogno.
Obiettivo: riconoscere ciò che le emozioni vogliono indicarci.
Azione: quando vivi un’emozione spiacevole immagina di trovarti di fronte al tuo cruscotto emotivo; trattarla come una spia che si è accesa. Accogli l’emozione e, piuttosto di scacciarla o cercare di pensare ad altro, analizza il suo messaggio. Cosa ti vuole dire? Cosa c’è che non va? Cosa l’ha fatta accendere? Cosa puoi fare per spegnerla?
Se ad esempio è un periodo che ti senti particolarmente triste, puoi chiederti che cosa ti vuole dire questa tristezza, cosa c’è che non sta andando nel verso giusto, quando è comparsa e se è successo qualcosa di cui magari non ti sei accorto, cosa puoi fare per superarla e ritrovare la serenità: devi cambiare qualcosa fuori o dentro di te? Puoi farcela da solo o hai bisogno di un aiuto? A chi ti puoi rivolgere?
Concediti il tempo per trovare le risposte; non sempre sono immediate.
E se non riesci a trovarle e l’emozione spiacevole permane, probabilmente hai bisogno di lavorare su aspetti più profondi della tua personalità e potresti aver bisogno di un aiuto psicologico professionale. Niente di preoccupante, si tratta solo di un bel viaggio alla scoperta di se stessi.
Ipnosi
Le emozioni sono talmente importanti che abbiamo dedicato un’intera sezione in myipnosi. Per apprendere a utilizzare l’energia emotiva piuttosto che lasciarti travolgere di ascoltare
- Cavalcare le onde emotive
. Si tratta di un’ipnosi utile per imparare a utilizzare nel modo migliore la spinta energetica delle emozioni
in funzione dei tuoi obiettivi. (puoi trovare le traccia nella sezione Gestisci le emozioni).
Se desideri invece “lavorare” in modo sistematico sul tuo mondo emotivo, ti consiglio di seguire il Percorso Gestisci le emozioni che mira ad affrontare gli aspetti che intervengono nella gestione delle emozioni, per potenziare al massimo la tua capacità di gestirle, indipendentemente dalla loro forza e intensità e nei vari contesti della tua vita. Nel percorso trovi le tracce specifiche che fanno parte della sezione dedicata e che ti insegnano a controllare le tue reazioni, utilizzare l’energia emotiva per il tuo benessere, trattare emozioni specifiche, lasciar andare le emozioni disturbanti. In più altre ipnosi finalizzate a imparare a gestire l’ansia, focalizzarti sugli obiettivi, dare valore alle tue azioni, potenziare le performance e rafforzare la tua autostima.
Puoi trovare il Percorso “Gestisci le emozioni” nell’app myipnosi.