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Dott.ssa Monica Gregorini

Monica Gregorini

psicologa psicoterapeuta ipnoterapeuta

Specializzata in Psicoterapia Psicodinamica e in Ipnosi e Psicoterapia Eriksoniana. Membro della Società Italiana di Ipnosi e di Ipnomed – Accademia italiana di ipnosi clinica rapida. Dal 2009 svolge l’attività clinica presso il proprio studio a Senigallia AN dove tratta i principali disturbi psicologici e psicosomatici.

Dott. Gianluca Antoni

Gianluca Antoni

psicologo psicoterapeuta ipnoterapeuta

Specializzato in Psicoterapia della Gestalt e in Ipnosi e Psicoterapia Eriksoniana. Membro della Società Italiana di Ipnosi e di Ipnomed – Accademia italiana di ipnosi clinica rapida. Dal 2001 svolge l’attività clinica presso il proprio studio a Senigallia AN dove tratta i principali disturbi psicologici e psicosomatici.

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FAQ

le risposte alle domande più frequenti

Quando si sente la parola ipnosi, spesso ci si immagina la figura misteriosa dell’ipnotizzatore, resa popolare dai film, dai fumetti e dalla televisione, che fa oscillare un orologio da tasca avanti e indietro, guidando il soggetto in uno stato di dormiveglia, tipo zombie, spingendolo ad eseguire le sue richieste diaboliche.

Questa rappresentazione popolare dell’ipnosi da palcoscenico ha poco a che fare con l’ipnosi reale.

Innanzitutto l’ipnosi è uno stato di coscienza, un modo di essere dell’organismo, fisiologico e naturale, esattamente com’è naturale lo stato di veglia o di sonno.

Questa condizione normale può essere sia spontanea che indotta.

In modo spontaneo si attiva periodicamente durante le consuete attività quotidiane, ogni novanta minuti circa. Qualche esempio di questi piccoli momenti di naturale trance ipnotica durante la giornata possono essere quando ci incantiamo davanti a un bel panorama, oppure quando siamo totalmente assorti a guardare un film o a leggere un libro, oppure quando guidiamo sovrappensiero e all’improvviso realizziamo che, senza accorgerci del percorso fatto, siamo arrivati a casa. In tutti questi casi la persona è così concentrata su qualcosa da non badare a nient’altro. L’ipnosi è quindi uno stato in cui l’attenzione del soggetto è estremamente focalizzata.  

Quando invece è un ipnotista a indurre lo stato ipnotico si parla di ipnosi indotta. Nel campo clinico viene utilizzata per aggirare le difese razionali, attingere a risorse inconsce e andare a modificare significativamente percezioni, emozioni, vissuti e comportamenti che, nello stato di veglia, risulterebbero molto più problematici da modificare. Nel campo lavorativo e dello sport l’ipnosi viene utilizzata con successo per gestire lo stress e migliorare le perfomance atletiche e mentali.

Molte persone possono anche imparare a entrare da soli e volutamente in uno stato ipnotico, in tal caso si parla di autoipnosi.

Innanzi tutto, a differenza di quello che comunemente si pensa, l’ipnosi non è sonno e la persona non perde il controllo trovandosi a fare o dire cose sconvenienti e imbarazzanti. Durante la trance la persona è perfettamente in grado di intendere e volere, rimanendo consapevole di tutto.

La persona sostiene un ruolo attivo e il subconscio non accetta in nessun modo suggerimenti contrari alla propria morale, personalità, etica o desideri. La persona in ipnosi ha semplicemente l’attenzione molto focalizzata su qualcosa, ad esempio come quando ci si trova così assorbiti in un’attività da dimenticare quasi il mondo esterno.

L’esperienza ipnotica è di solito molto piacevole, spesso associata a uno stato di rilassamento profondo, che permette alla persona di contattare ed esplorare il proprio inconscio per trovare le risorse necessarie al cambiamento.

L’ipnosi è una tecnica che permette di accedere e mobilitare quel grande serbatoio di risorse e potenziali, di cui spesso la persona non si rende conto, influenzando fortemente il benessere psichico e corporeo. Richiamando queste risorse ed energie profonde, la persona può liberarsi da sofferenze e disturbi, recuperando una vita sana e appagante. La letteratura scientifica ne attesta la grande efficacia nel trattamento di numerosi disturbi psicologici tra i quali l’insonnia.

Ogni nostro pensiero, emozione e comportamento forma un’attività elettrica costante nel cervello. Quest’attività elettrica varia in conformità a ciò che stiamo facendo e si presenta come un’onda che ha una certa frequenza e che possiamo misurare in cicli per secondo, cioè Hertz.  L’oscillazione delle onde cerebrali può essere osservata attraverso l’utilizzo dell’elettroencefalogramma.

Ci sono cinque tipi di onde cerebrali, che generano frequenze quasi come la musica che ascoltiamo. L’ampiezza (o frequenza) delle onde cerebrali, varia da bassa, tipica delle onde Delta, ad alta, caratteristica delle Gamma.

  • Le onde Delta  (1-3Hz) sono le più lente e sono le onde che caratterizzano soprattutto gli stadi di sonno profondo, ma senza sogni. Lo stato Delta favorisce la rigenerazione cellulare. Se c’è mancanza di questo stato, il nostro sistema psico-fisico può rischiare un deterioramento.
  • Le onde Theta (4-7Hz) sono caratteristiche di quando sperimentiamo emozioni forti e quando lasciamo volare la nostra immaginazione che ci permette di connetterci ad altre dimensioni, ad esempio quella in cui si trova un artista in ispirazione, oppure un atleta in trance agonistica. Queste onde compaiono anche durante il sonno REM (con sogni) e una meditazione profonda.
  • Le onde Alfa (8-11Hz) sono caratteristiche di una condizione di calma e tranquillità, che corrisponde a uno stato di rilassamento privo di pensieri, come ad esempio lo stato che precede l’addormentamento o la pre-veglia.
  • Le onde Beta (12-30Hz) sono le onde caratteristiche dello stato di allerta e concentrazione. Si presentano nello stato di veglia e attività, ossia quando stiamo eseguendo una qualsiasi attività che richieda uno sforzo di concentrazione: mentre stiamo lavorando, guidando, parlando o ad esempio adesso che stai leggendo quest’articolo. Se questo stato è permanente, genera stress o ad esempio insonnia, compromettendo il normale funzionamento dell’organismo.
  • Le onde Gamma (30-80Hz) rappresentano la più alta frequenza cerebrale. Si dice che i ritmi Gamma siano collegati a elaborazioni d’informazioni di alto livello, caratteristici di una coscienza espansa e a un presunto stato mistico o spirituale.

Durante la prima fase dell’induzione si notano onde Alfa, che compaiono quando si è rilassati e con la chiusura degli occhi; mentre con l’approfondimento della trance si manifestano onde Theta. In ipnosi si fa scendere l’attività cerebrale dallo stato Beta allo stato Theta, perché con queste onde a bassa frequenza le persone sono più ricettive e suggestionabili. Abbassare le frequenze genera, infatti, cambiamenti nel modo in cui percepiamo la realtà sia interna che esterna, cambia il modo in cui vengono elaborati i dati e si intensificano gli interscambi tra certe aree del cervello.

L’induzione, che letteralmente significa “portar dentro”, è la fase iniziale dell’ipnosi.

E’ una procedura con la quale l’ipnotista conduce la persona dallo stato Beta allo stato Alfa e poi Tetha, ovvero da uno stato di veglia e attività, ad uno stato di rilassamento e poi di trance, che può essere più o meno profonda.

La procedura di induzione della trance, che può essere verbale e/o non verbale, può cambiare di volta in volta e di persona in persona.

Più l’induzione risuona con le caratteristiche della persona che vuole entrare in ipnosi, più saranno i benefici che la persona trarrà dall’intero processo ipnotico.

L’induzione, che letteralmente significa “portar dentro”, è la fase iniziale dell’ipnosi.

E’ una procedura con la quale l’ipnotista conduce la persona dallo stato Beta allo stato Alfa e poi Tetha, ovvero da uno stato di veglia e attività, ad uno stato di rilassamento e poi di trance, che può essere più o meno profonda.

La procedura di induzione della trance, che può essere verbale e/o non verbale, può cambiare di volta in volta e di persona in persona.

Più l’induzione risuona con le caratteristiche della persona che vuole entrare in ipnosi, più saranno i benefici che la persona trarrà dall’intero processo ipnotico.

É la fase finale dell’ipnosi. In questa fase l’ipnotista, con una serie di manovre verbali inverse a quelle usate durante l’induzione, riporta la persona dallo stato di trance allo stato di veglia e attività, ripristinando una frequenza cerebrale di livello Beta.

Ogni persona ha specifiche caratteristiche, ad esempio c’è chi ha difficoltà a fidarsi e per farlo deve mettere tutto in discussione prima di lasciarsi andare; oppure chi ha bisogno di tenere tutto sotto controllo; oppure chi è aperto e curioso di scoprire cosa avviene in uno stato ipnotico; oppure chi ama sognare ad occhi aperti e la cui mente produce con facilità immagini e scenari fantasiosi e realistici, e così altre caratteristiche distintive.

Il test ti aiuta a scoprire a quale profilo psicologico appartieni o ti avvicini di più e ti suggerisce le induzioni, appositamente studiate, che più risuonano alle tue caratteristiche per trarre il massimo dei benefici dall’intero processo ipnotico.

Certamente. Puoi provare tutte le induzioni e scoprire direttamente quella che è più efficace per te. Non esiste alcuna controindicazione. Quando ti accorgerai che ti risulterà facile raggiungere uno stato ipnotico, e/o vuoi abbreviare il tempo di induzione, potrai utilizzare direttamente l’induzione breve o ultrabreve.

Per una maggiore efficacia è consigliato ripetere l’esperienza ipnotica una volta al giorno per almeno tre settimane e poi ripeterla di tanto in tanto.

Ci sono persone che riescono a trarre benefici anche dopo una singola seduta, mentre per altre possono essere necessarie sedute quotidiane per tre o quattro settimane.

Puoi continuare ad ascoltare le tracce con regolarità se queste ti permettono di ottenere comunque effetti positivi e benefici secondari (ad esempio allentamento delle tensioni muscolari, allontanamento dei pensieri e maggiore distensione mentale). Considera che a volte il problema scompare proprio nel momento che abbandoniamo le aspettative del cambiamento. In altre parole, il disturbo può sparire nel momento in cui smetti di sperare che myipnosi sia la soluzione. In ogni caso, se non lo hai ancora fatto, ti consigliamo di consultare un medico o uno psicoterapeuta per analizzare quali possono essere le cause sottostanti che alimentano il disturbo.

No. Il percorso di psicoterapia è mirato ad analizzare e risolvere le cause che generano un disturbo: è individualizzato e “confezionato su misura” su ogni singola persona. myipnosi può tuttavia essere di supporto per eliminare quei meccanismi che alimentano il disturbo a prescindere dalle cause che l’hanno generato.

Certamente. A volte il disturbo che vuoi superare o l’obiettivo che vuoi raggiungere rappresentano  elementi complessi alimentati da più cause contemporaneamente, ad esempio da tensione muscolare, radicate convinzioni limitanti, pensieri intrusivi. Scegli le tracce ipnotiche che senti più vicine alla tua problematica e combinale tra loro nel modo che ritieni migliore: ad esempio puoi ascoltare un giorno la prima traccia, quello successivo la seconda e quello dopo ancora la terza per poi ricominciare il ciclo, oppure puoi dedicare una settimana intera a ogni traccia prima di passare a quella successiva.

Per le problematiche più complesse puoi scegliere tra i percorsi appositamente studiati quello più adatto ai tuoi obiettivi.

I percorsi consistono in una serie di tracce ipnotiche da ascoltare ogni giorno e sono programmi appositamente studiati per attivare un processo di cambiamento a lungo termine e superare le problematiche più complesse.

Ogni percorso può avere una durata variabile: l’ideale è ripeterlo più volte per arrivare a un totale di 66 giorni (66 giorni è scientificamente considerato il tempo necessario per consolidare una nuova connessione neuronale, per cui un cambiamento profondo e quindi una nuova abitudine).

Ogni percorso rappresenta una tabella di un allenamento, ogni persona può seguire l’allenamento che sceglie in modo sistematico o può personalizzarlo sostituendo singole tracce con quelle che più si adattano alle caratteristiche della propria problematica o con quelle che ha sperimentato essere più efficaci.  

Se stai usando myipnosi come rimedio all’insonnia e ti addormenti mentre ascolti, innanzi tutto hai raggiunto un obiettivo: dormire! In questo caso sai che puoi usare myipnosi con successo quando vai a letto attivando dal menù “impostazioni” la modalità “addormentati” alla conclusione della traccia e goderti il sonno fino al mattino. 

Se ti addormenti durante una fase di “allenamento” (per qualsiasi obiettivo tu stia utilizzando myipnosi) e alla fine della traccia non ricordi quello che è avvenuto, non devi preoccuparti perché la tua mente inconscia può avere in ogni caso accolto quelle suggestioni utili al tuo benessere e che porteranno i risultati desiderati quando meno te l’aspetti.

Ad ogni modo, se ti capita spesso di addormentarti durante l’ascolto, ti consigliamo di fare l’ipnosi in un momento della giornata in cui sei particolarmente vigile in modo che puoi seguire l’intero ascolto, apprendere le tecniche e quindi applicarle man mano in autonomia.

Una volta condotti esami specifici e aver escluso cause fisiologiche dell’insonnia, si può ricorrere all’ipnoterapia come rimedio efficace.

Gli studi mostrano che, nonostante i trattamenti con i farmaci producano più velocemente miglioramenti nel breve termine, l’ipnosi produce risultati più favorevoli nel lungo termine rispetto alle terapie farmacologiche.

L’aspetto di base dell’ipnosi come rimedio all’insonnia è la riduzione dell’iperattività della mente e delle tensioni corporee dell’insonne e il raggiungimento di uno stato di rilassamento profondo che è preludio naturale al sonno.

Inoltre, l’ipnosi è particolarmente indicata per curare l’ansia anticipatoria legata al momento del sonno. Spesso, infatti, chi soffre d’insonnia soffre anche della “paura di non riuscire a dormire”, che provoca ulteriori tensioni nella persona e quindi ulteriori disturbi al sonno.

Un’altra finalità della terapia ipnotica inoltre è fare in modo che la persona man mano impari l’autoipnosi, ossia entrare da sola nello stato di trance, cioè di rilassamento profondo che favorirà l’avvento del sonno.

Il disturbo d’ansia (a volte accompagnato da attacchi di panico) è uno dei disturbi psicologici più diffusi e porta la persona che ne soffre a vivere una costante sensazione di allerta, fastidiosa e pervasiva, che nei casi più gravi può limitare molte attività quotidiane come andare al lavoro, fare la spesa, guidare, stare in mezzo agli altri.

L’ansia generalizzata è apparentemente priva di una causa specifica, e spesso la persona non riesce a capire come mai è comparsa in quanto apparentemente “tutto va bene”.

Di solito l’elemento più fastidioso dell’ansia è l’incapacità di controllarla. L’intensità può variare di giorno in giorno o all’interno della stessa giornata, e può comparire improvvisamente senza preavviso. La persona tenta perciò di combatterla in tutti i modi, ma con risultati scarsi o nulli, o addirittura con effetti controproducenti che provocano un aumento della sua intensità e una maggiore frequenza. Si instaura così un circolo vizioso che porta la persona a preoccuparsi anticipatamente dell’ansia ancora prima che compaia, innescando la cosiddetta paura della paura. A questo punto può temere che il malessere non l’abbandoni e, a volte, che il disturbo sia una malattia incurabile. Convinzione inesatta e fuorviante.

L’utilizzo dell’ipnosi permette alla persona di apprendere a gestire l’ansia e in particolar modo di trattare i pensieri, i comportamenti e i sentimenti sgradevoli molto più efficacemente, non scappando da questi, ma piuttosto imparando ad essere a proprio agio con essi, così che abbiano un impatto e una influenza molto minore su di sé, generando quindi immediato sollievo e maggiore sicurezza. L’ipnosi mira inoltre a modificare le convinzioni limitanti e inesatte per sostituirle con nuove potenzianti e corrette.

La letteratura scientifica attesta che l’ipnosi è un metodo efficace per ridurre il disturbo d’ansia soprattutto quando viene utilizzata nel contesto di una psicoterapia.

Sebbene in psicologia esistano molte definizioni, l’autostima può essere sostanzialmente ricondotta a ciò che pensiamo e sentiamo su noi stessi e al valore che ci riconosciamo in quanto persone.

Si parla di buona o alta autostima quando una persona ha un buon rapporto con se stessa, riconosce le proprie risorse e i propri limiti avendo una corretta percezione di sé che le permette di affermare i propri bisogni e i propri desideri nel rapporto con gli altri per perseguire il proprio benessere.

Al contrario si parla di cattiva o bassa autostima quando una persona si considera difettosa al cospetto degli altri e alle sfide della vita, cosa che la porta a sentirsi spesso inadeguata, inferiore, non all’altezza e non amata generando emozioni di scoraggiamento, sfiducia, insoddisfazione e un atteggiamento critico fino, nei casi più estremi, rassegnazione e isolamento sociale.

Erroneamente molti pensano che l’autostima si basi sul successo e sul riconoscimento sociale: se veniamo elogiati nello studio, nel lavoro, nelle relazioni o nello sport, ad esempio, l’autostima dovrebbe crescere, ma questo spesso non avviene.

Il motivo dipende dal fatto che il valore che diamo a noi stessi non è fondato sulle idee o i riconoscimenti, ma su forti emozioni vissute che hanno generato in noi convinzioni profonde e credenze ben radicate, a volte inconsce, che ci negano la possibilità di riconoscere le nostre risorse e potenzialità anche quando i risultati ottenuti le evidenziano.

Al contrario la nostra presente condizione di fiducia in noi stessi e di equilibrio non è il risultato di ciò che abbiamo imparato, ma di ciò che abbiamo sperimentato.

Non è il bambino a cui si è parlato dell’amore, ma il bambino che lo ha provato che diventa un adulto sano e con buona autostima.

Per migliorare la bassa autostima diventa quindi fondamentale un lavoro interiore in cui si rivivono nuove emozioni, si scardinano le credenze, i pensieri, gli atteggiamenti inadeguati per sostituirli con altri capaci di valorizzare il proprio potenziale, sviluppare buone relazioni sociali, accettare i limiti, sviluppare resilienza e nutrire la fiducia di riuscire ad ottenere i risultati desiderati.

Attraverso l’ipnosi è possibile quindi lavorare con efficacia su questi aspetti profondi.

Innanzitutto è importante sapere che le emozioni sono una risposta naturale dell’organismo e funzionale per la vita; in genere sono definite come delle risposte adattive, predisposte biologicamente, funzionali al benessere dell’organismo.

Le emozioni sono il modo in cui ciascuno di noi sente e vive l’esperienza delle cose. Esse rappresentano degli strumenti ancestrali, hanno funzioni diverse e importanti e un ruolo rilevante per adattare l’individuo all’ambiente.

Non esistono pertanto emozioni negative, nemmeno quelle spiacevoli, tutte hanno funzioni evolutive e non distruttive, anche quelle che viviamo generalmente come spiacevoli, la paura, ad esempio, ci segnala un pericolo; la rabbia ci prepara a difenderci da un’aggressione, la tristezza a prenderci cura di qualcosa di importante, il senso di colpa a comprendere un errore commesso e così via.

Le emozioni sono quindi utili al nostro benessere, ognuna con un suo compito specifico. Esse rappresentano dei vissuti del tutto involontari, cioè la frustrazione genera involontariamente l’emozione della rabbia, noi non scegliamo di essere arrabbiati in seguito ad una frustrazione. Possiamo però scegliere se agire quella rabbia in modo aggressivo e distruttivo, oppure contenerla e trasformarla in comportamenti utili e costruttivi per noi stessi e per gli altri.

Spesso però sembra estremamente difficile gestire le emozioni. Questo accade perché si usano strumenti come la logica e la razionalità, che però non hanno gran potere decisionale su quegli impeti involontari che hanno sede nella parte inconscia della mente.

In tal caso l’ipnosi si è verificata una tecnica molto efficace per imparare a canalizzare le emozioni. Questo perché attraverso lo stato ipnotico bypassiamo la coscienza critica e andiamo ad intervenire direttamente su quei circuiti neuronali del sistema limbico che regolano le risposte emotive, usando il linguaggio delle immagini mentali, dei simboli e delle metafore, che ha invece un immenso potere di influenzare corpo, emozioni e comportamento. 

L’intervento ipnotico mira quindi a insegnare alla mente nuove modalità per accogliere e contenere le emozioni, comprenderne il significato e l’utilità e incanalare quell’energia verso azioni utili, sane e felici per se stessi e per gli altri.

Esiste una credenza comune che recita “volere è potere” ma purtroppo, nei fatti, ci accorgiamo che spesso la forza di volontà non basta. In altre parole, avere chiaro cosa vogliamo e una volontà di ferro non sono sufficienti per raggiungere tutti i nostri obiettivi, anche quando il loro raggiungimento dipende totalmente da noi, come ad esempio smettere di fumare o fare attività fisica tre volte alla settimana.

Tutto questo dipende da vari fattori: quello fondamentale è che l’essere umano sente e agisce non in conformità di ciò che è vero, ma in base a ciò che pensa, crede, immagina essere vero riguardo a se stesso e al proprio ambiente e quindi agisce non in consonanza alla realtà, ma secondo l’immagine che la mente se ne è fatta.

Ecco allora che se raggiungere uno scopo diviene molto difficile se non addirittura impossibile, nonostante la buona volontà, può darsi che sia in atto quella parte di noi sabotante, profonda e spesso sconosciuta, che crede fermamente che non siamo all’altezza o non ce la faremo mai a ottenere quello che vogliamo.

Modificare quindi queste credenze limitanti e sostituirle con altre potenzianti diventa un ingrediente fondamentale per raggiungere i nostri obiettivi.

Un altro aspetto rilevante che può essere un ostacolo è l’incapacità di affrontare e gestire le emozioni connesse all’impegno richiesto per perseguire uno scopo. Spesso infatti frustrazione, stanchezza, scoraggiamento, fatica, paura o altre varie, portano a mollare l’impresa.

Diventa quindi altrettanto fondamentale rafforzare la capacità di gestione del carico emotivo e canalizzarne l’energia verso ciò che vogliamo raggiungere piuttosto che verso le difficoltà che si incontrano lungo il percorso.

Un altro aspetto rilevante è il nostro modo di calibrare gli obiettivi, in altre parole come gli diamo forma dentro di noi. Se formuliamo gli obiettivi attraverso una negazione, ad esempio: “non voglio ingrassare”, oppure in modo vago, ad esempio: “voglio essere felice”, oppure trascurando le conseguenze su altri aspetti importanti della vita. Tutte queste forme mentali mettono a rischio la possibilità di raggiungerli. Diventa quindi importante calibrare in modo corretto ogni schema nella mente e il linguaggio interiore.

In altre parole assumere l’atteggiamento mentale più funzionale, per affrontare al meglio ogni aspetto del percorso che ci guida verso l’obiettivo.

Infine è importante anche considerare che in ognuno di noi c’è una naturale resistenza al cambiamento in quanto, per il nostro cervello, mantenere lo status quo, rispetto all’introdurre novità nella nostra vita, è di gran lunga più economico a livello di energia e anche più sicuro, nel senso che ciò che conosciamo, anche se a volte ci fa star male, tende ad essere vissuto come più rassicurante di ciò che non conosciamo.

Attraverso l’ipnosi è possibile lavorare su tutti questi aspetti, modificando le credenze limitanti, imparando a gestire le emozioni e trasformando il proprio linguaggio interiore.

Con tale intervento si dota la mente dell’atteggiamento ottimale, si rimuovono gli ostacoli mentali che possono impedire il cammino e si apprende a visualizzare l’obiettivo in modo reale e specifico, sostenendo e alimentando la motivazione. 

Spesso quando vogliamo raggiungere il peso forma ci affidiamo a regimi dietetici e attività fisiche programmate senza però curare l’aspetto mentale, che è un aspetto molto importante ed influente nel sostenere il cambiamento che si vuole ottenere.

Anzi, a volte un certo assetto mentale rappresenta proprio la causa dell’insuccesso nel portare avanti i propri propositi, o di mantenere quel peso forma una volta raggiunto.

Possiamo riprovarci più volte, sempre con i migliori propositi, ma ogni volta falliamo miserevolmente e questo può creare in noi un circolo vizioso in cui gli insuccessi intaccano la nostra autostima e la fiducia di potercela fare la prossima volta che ci riproveremo.

È comprensibile quindi come l’intervento sulla dimensione psicologica sia altrettanto importante quanto quello alimentare e quello fisico. In fondo per raggiungere il peso forma non solo dobbiamo modificare le nostre abitudini alimentari e atletiche, ma dobbiamo anche modificare aspetti radicati nella nostra mente, come ad esempio l’immagine di sé, il rapporto con il nostro corpo, la paura del cambiamento e la scala dei nostri valori.

Spesso però strumenti come la logica e la razionalità non hanno gran potere decisionale per generare cambiamenti al riguardo, poiché credenze radicate e abitudini consolidate hanno sede nella parte inconscia della mente.

In tal caso l’ipnosi rappresenta un valido strumento per raggiungere il livello inconscio e favorire quindi questo processo di cambiamento psicologico, aiutando la persona a riconfigurare i propri obiettivi, a rinforzare la motivazione, rivisitare l’immagine di sé, installare nuove abitudini salutari, visualizzare il proprio successo, instillare convinzioni potenzianti, o rivedere la gerarchia dei propri valori.

In ogni genere di pratica è possibile raggiungere la performance ideale solo se c’è coordinamento e allineamento tra il corpo e la mente.

Insieme alla preparazione fisica, professionale o di studio, diviene quindi fondamentale un buon allenamento mentale.

I veri campioni e le persone di autentico successo infatti, allenano sia il corpo che la mente, sviluppando eccellenti abilità sia fisiche che psichiche, le quali permettono loro di ottenere risultati positivi e ripetuti nelle loro prestazioni.

La dimensione psicologica è una parte allenabile quindi e la capacità di gestire la propria mente rappresenta l’abilità che completa qualsiasi performance.

Le abilità mentali alla base della massima espressione di sé in ogni genere di performance sono: la capacità di concentrazione, la capacità di gestire il flusso dei propri pensieri e le proprie emozioni, la capacità di tollerare il dolore e la frustrazione, la capacità di definire l’obiettivo, la capacità di recuperare forze ed energie.

L’ipnosi è largamente utilizzata in psicologia dello sport e della prestazione, e gli studi dimostrano di quanto una preparazione ipnotica possa incrementare la potenza e la resistenza fisica, ridurre il senso di fatica, gestire emozioni e pensieri disturbanti, allineare corpo e mente e porre naturalmente la persona nello stato mentale ottimale alla prestazione che deve svolgere.

La ricerca dimostra che quando lo stress si presenta in forma molto intensa oppure anche moderata, ma protratta per lungo tempo, per settimane o mesi, può causare un importante abbassamento delle difese immunitarie.

 Avviene in questo caso un’alterazione dei globuli bianchi, che va a compromettere la capacità dell’organismo di mantenere un equilibrio e difendersi da aggressioni esterne da parte di batteri, virus, infezioni o altri agenti patogeni.

La Psiconeuroendocrinoimmunologia è la scienza che studia come la psiche, il sistema nervoso centrale, il sistema endocrino e il sistema immunitario sono assolutamente interconnessi e s’influenzano vicendevolmente. 

Si è scoperto che tra la mente e il corpo c’è un continuo scambio d’informazioni e che i tre principali sistemi del nostro organismo – Sistema Nervoso, Sistema Endocrino e Sistema Immunitario – comunicano tra loro attraverso delle piccole molecole-messaggeri chiamate neuropeptidi, una sorta di alfabeto speciale ​​utilizzato dai neuroni di tutto il corpo per scambiarsi informazioni.

Ogni volta che proviamo un’emozione, formuliamo un pensiero, o ci troviamo in un certo stato d’animo, i neuropeptidi si mettono in moto e trasportano l’informazione di quei pensieri, di quelle emozioni e di quello stato d’animo, generando una cascata biochimica in ogni parte del corpo.

Questo vuol dire che i neuropeptidi non trasportano solo informazioni ormonali e metaboliche, ma anche emozioni.

Emozioni e sensazioni corporee sono strettamente intrecciate, in una rete bidirezionale in cui ciascuna di esse può modificare le altre.

Quindi, tutto ciò che accade nella mente non rimane confinato nel cervello, ma ogni cellula del corpo prova piacere e dolore, così che ogni stato d’animo é fedelmente riflesso nel corpo e nel sistema immunitario.

Di solito questo processo avviene a livello inconscio, ma a volte può anche affiorare alla coscienza, oppure può essere portato a livello cosciente in modo intenzionale.

L‘ipnosi in questo complesso sistema di relazioni bidirezionali tra corpo e mente può essere molto utile. La sua efficacia è sostenuta da numerosi studi e ricerche, effettuati soprattutto nell’ambito dei disturbi correlati allo stress, che la rendono uno degli strumenti principali per rafforzare la nostra salute.

Se non hai familiarità con l’ipnosi e vuoi sperimentarla nella massima sicurezza, abbiamo realizzato per te MyIpnosi | Manuale d’uso. Si tratta di un percorso teorico-pratico per imparare ad attivare lo stato ipnotico in modo dolce e sicuro attraverso esercitazioni guidate. Puoi scaricare il manuale gratuitamente cliccando qui.

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